Articolo A. Saggio: http://architettura.supereva.com/coffeebreak/20001108/index.htm
“Bilbao attualmente è una città in profonda trasformazione urbana. Fondata nel 1300 al limite dell’estuario del fiume Nervino, nacque come città dedita al commercio marittimo per poi convertirsi in città industriale con un grande porto. La storia di Bilbao coincide con la sua capacità di adattarsi alle nuove necessità è opportunità sorte man mano nel corso della sua storia. In questo senso , il cambiamento attuale può essere inteso come un modo di essere della città , capace di superare le difficoltà e di approfittare delle occasioni di sviluppo.
Fino a pochi anni fa il rapporto tra il corso d’acqua e la città era sempre stato subordinato alle attività minerarie e industriali, portuarie e di trasporto di mercanzie. Lo spostamento del porto dall’interno dell’estuario verso l’esterno , insieme alla chiusura di alcune grandi industrie al riordinamento della rete ferroviaria, hanno reso alla città la possibilità di recuperare il suo fronte fluviale e dare inizio ad una nuova tappa del suo tradizionale spirito trasformatore. Una nuova tappa che sta significando per Bilbao e la sua area metropolitana un cambiamento che tocca aspetti urbanistici ambientali ed economici. Le rive dell’estuario del n. hanno acquistato un aspetto diverso e gli spazi prima occupai dai cantieri si stanno trasformando in passeggiate. (…) questa modificazione sta cambiando la percezione della città da parte dei cittadini. “
Dal catalogo della biennale di Venezia del 2006 “Vactor Metamorph Focus”
Ho trovato queste poche righe a presentazione di alcuni dei progetti presentati alla biennale, e mentre le leggevo sorridevo, pensando che in definitiva se Bilbao adesso si trova in questa fase di cambiamenti probabilmente dipende anche dal lungimirante Gehry. In effetti quando gli venne proposto di progettare un museo per la città, gli venne anche indicato un sito deciso dall’amministrazione. Ma Gehry decise di accettare l’incarico dopo però aver individuato un altro luogo, per lui più idoneo ed interessante.
Si trattava di una zona industriale dimessa e degradata, lungo il fiume, in prossimità di un ponte di attraversamento. Insomma una zona come quelle annoverate nel testo sopracitato. Quindi non solo la città è aperta ai cambiamenti, ma incontra architetti attenti e sensibili all’importanza dei flussi e delle forze che scaturiscono da essi. Ecco perché oggi Bilbao può vantare una sua riqualificazione, dove il suo lungo fiume torna ad essere una centralità vivibile.
Inoltre la grande innovazione è connaturata nell’edificio stesso, perché oltre a cambiare la percezione di una zona, Gehry è riuscito a cambiare l’idea di museo.
Con la sua fluidificazione dei flussi, con le connessioni continue tra esterno ed interno, con la possibilità di “..vivere dentro il museo scegliendo il grado e il tipo di coinvolgimento che si vuole con l'arte..”.
Fino a pochi anni fa il rapporto tra il corso d’acqua e la città era sempre stato subordinato alle attività minerarie e industriali, portuarie e di trasporto di mercanzie. Lo spostamento del porto dall’interno dell’estuario verso l’esterno , insieme alla chiusura di alcune grandi industrie al riordinamento della rete ferroviaria, hanno reso alla città la possibilità di recuperare il suo fronte fluviale e dare inizio ad una nuova tappa del suo tradizionale spirito trasformatore. Una nuova tappa che sta significando per Bilbao e la sua area metropolitana un cambiamento che tocca aspetti urbanistici ambientali ed economici. Le rive dell’estuario del n. hanno acquistato un aspetto diverso e gli spazi prima occupai dai cantieri si stanno trasformando in passeggiate. (…) questa modificazione sta cambiando la percezione della città da parte dei cittadini. “
Dal catalogo della biennale di Venezia del 2006 “Vactor Metamorph Focus”
Ho trovato queste poche righe a presentazione di alcuni dei progetti presentati alla biennale, e mentre le leggevo sorridevo, pensando che in definitiva se Bilbao adesso si trova in questa fase di cambiamenti probabilmente dipende anche dal lungimirante Gehry. In effetti quando gli venne proposto di progettare un museo per la città, gli venne anche indicato un sito deciso dall’amministrazione. Ma Gehry decise di accettare l’incarico dopo però aver individuato un altro luogo, per lui più idoneo ed interessante.
Si trattava di una zona industriale dimessa e degradata, lungo il fiume, in prossimità di un ponte di attraversamento. Insomma una zona come quelle annoverate nel testo sopracitato. Quindi non solo la città è aperta ai cambiamenti, ma incontra architetti attenti e sensibili all’importanza dei flussi e delle forze che scaturiscono da essi. Ecco perché oggi Bilbao può vantare una sua riqualificazione, dove il suo lungo fiume torna ad essere una centralità vivibile.
Inoltre la grande innovazione è connaturata nell’edificio stesso, perché oltre a cambiare la percezione di una zona, Gehry è riuscito a cambiare l’idea di museo.
Con la sua fluidificazione dei flussi, con le connessioni continue tra esterno ed interno, con la possibilità di “..vivere dentro il museo scegliendo il grado e il tipo di coinvolgimento che si vuole con l'arte..”.
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